E se arrivasse dal nuovo sistema di tetti che la Legge di Bilancio promette per il 2017 la spallata decisiva agli eccessi di distribuzione diretta che si registrano in alcune Regioni e che mettono sempre più in crisi le farmacie del territorio? E’ la domanda che da qualche giorno sta circolando tra gli addetti ai lavori ora che il testo della Manovra per il 2017 è approdato alla Camera per l’avvio dell’iter parlamentare (la commissione Bilancio l’esaminerà tra martedì e mercoledì). Le misure per la farmaceutica possono essere finalmente studiate in dettaglio con la certezza dell’ufficialità e tra i produttori, così come nelle stanze delle organizzazioni di categoria, fioccano analisi e riflessioni.
In tema di farmaci, Sportivo Nkd Sportivo Abbigliamento Nkd Nkd Abbigliamento Sportivo Abbigliamento Nkd erdoxCBè già stato detto, la legge propone un “rimescolamento” dei tetti senza però intaccare i totali: la spesa farmaceutica continuerà ad assorbire il 14,85% del Fondo sanitario nazionale, ma dall’anno prossimo non si dividerà più in territoriale e ospedaliera bensì in spesa convenzionata (con tetto al 7,96%) e spesa per gli acquisti diretti delle strutture sanitarie (cioè ospedaliera più diretta, con tetto al 6,89%). In apparenza sembra un semplice spostamento contabile, in realtà è qualcosa di più: con lo spostamento nell’ospedaliera, infatti, cambia il meccanismo di ripiano della distribuzione diretta in caso di sfondamento del tetto: oggi ci pensano i produttori al 100%, domani se lo divideranno cinquanta-cinquanta con le Regioni, come accade per la spesa farmaceutica ospedaliera.
Ed è proprio da qui che originano gli interrogativi: negli ultimi otto anni la spesa farmaceutica per diretta e dpc è lievitata in continuazione, tant’è vero che la sua incidenza sul Fondo sanitario è cresciuta dall’1,6% del 2008 al 4,1% del 2015. Finché stava nella spesa territoriale con la convenzionata, stabile da anni, quasi non si vedeva; dall’anno prossimo però la diretta va ad aggiungersi all’ospedaliera, anch’essa in crescita costante di anno in anno tanto da sfondare nel 2015 per 1,6 miliardi di euro. Difficile, dunque, che dall’accoppiamento delle due voci possano scaturire freni alla crescita della spesa sostenuta dalle strutture pubbliche. Anzi.
Il nuovo sistema di tetti, dunque, potrebbe diventare un incentivo nei confronti delle Regioni per un ridimensionamento del doppio canale: con l’ospedaliera che nel nuovo anno sarà destinata ad altri record per l’arrivo di nuovi farmaci, raffreddare la spesa della diretta (magari ripulendo i Pht regionali da certi farmaci di fascia A che è insensato far distribuire ad Asl e ospedali) significherà ritrovarsi a fine anno con una fetta di ripiano meno pesante. Invitano a tali ipotesi anche le norme sui due fondi speciali (da 500 milioni di euro l’uno) per i farmaci innovativi e gli innovativi oncologici: la Manovra infatti specifica che eventuali sfondamenti sui due budget saranno imputati alla spesa per gli acquisti diretti, mentre quest’anno ricadevano sulla farmaceutica territoriale. In parole povere, se la Manovra verrà approvata così com’è, dall’anno prossimo le Regioni si ritroveranno sulle spalle la contabilità reale di tutta la spesa farmaceutica originata da Asl e ospedali. E i numeri potrebbero convincere qualche amministrazione a rivedere le proprie politiche.
E’ ovvio che al momento si tratta di ragionamenti fatti sulla carta, da verificare quando la Legge di Bilancio avrà terminato l’iter parlamentare e sarà diventata legge. Qualche segnale che dà sostanza alle riflessioni però c’è. Basta andare a leggere la Relazione tecnica della Manovra, che a proposito della norma sui tetti (articolo 59, commi 2 e 3) parla di intervento «necessario al fine di una maggiore trasparenza dei dati, assicurando un unico tetto di spesa per l’intero costo sostenuto dalle strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale per l’acquisto di medicinali con Aic, indipendentemente dal loro utilizzo nel canale della distribuzione diretta o per conto e nell’ambito ospedaliero o ambulatoriale». In tal modo, continua la Relazione, «si garantisce una maggiore tracciabilità di detti dati, utile anche al fine di ridurre i contenziosi con le aziende farmaceutiche in materia di payback, che nell’ultimo periodo hanno registrato un notevole aumento. In sostanza, la norma in esame, fermo restando il complessivo onere a carico del Servizio sanitario nazionale, risponde alle esigenze di un più efficace monitoraggio dei consumi e di tracciabilità dei medicinali nell’ambito della distribuzione finale». Tracciabilità, monitoraggio dei consumi, trasparenza: ma non è quello che vanno dicendo da anni Federfarma e le farmacie private? (AS)